Elezioni 2022: chi vince e chi perde sui Social Media

A due settimane esatte dall’apertura dei seggi, l’analisi della campagna elettorale dei principali leader politici italiani sui Social Media: le strategie e le scelte, le scommesse e le illusioni, i risultati e le speranze che emergono dai dati di Facebook, Instagram, Twitter e TikTok, grande novità di questo voto.

Qual è il ruolo dei social media in una campagna elettorale?

Quale valore attribuire all’ampiezza di un canale, alla capacità di generare interazioni e di guadagnare attenzione?

Il tema è dibattuto da ormai molti anni e non è destinato a esaurirsi. Possiamo certamente sgomberare il campo da ciò che i social media non possono essere. Non possono essere ambienti digitali in grado di restituire il polso del Paese in tempo reale e in misura credibile. Non sono piattaforme in grado di sostituire i sondaggi e il metodo scientifico che li sottende. Non sono strumenti predittivi.

Però, sono appunto ambienti densamente popolati dai cittadini italiani. Sono luoghi in cui accadono cose, si plasmano tendenze, si scambiano informazioni e opinioni, si tiene il conflitto. Pertanto, non sono affatto territori neutrali. Impostando una raccolta di dati con criteri obiettivi, possono dare segnali sull’andamento delle campagne di candidati e partiti, sull’adeguatezza dei messaggi e delle strutture multi-canale messe in campo, perfino sul cammino di preparazione svolto (o non svolto) da un leader o da un partito negli anni precedenti. Leggi tutto “Elezioni 2022: chi vince e chi perde sui Social Media”

Facebook dopo iOS14, Maragno: “Sopravvive il social media manager che cambia”

INTERVISTA | L’aggiornamento iOS 14 sugli iphone ha aperto una nuova era nella privacy: per chi fa pubblicità sui social Meta, oggi il tracciamento del traffico degli utenti è più opaco e carente di prima. Lo strategist Emanuele Maragno racconta però che l’advertising su Facebook funziona ancora molto bene e che la sua centralità nel digital marketing è intatta. Ma i professionisti devono cambiare.

Intervista a Emanuele Maragno

Il 2021 passerà alla storia del social media marketing come l’anno del terremoto iOS14.

Con l’aggiornamento del sistema operativo, Apple ha introdotto negli iPhone l’obbligo di richiedere a ogni utente un’autorizzazione esplicita a essere tracciato.

È stato un atto di guerra più o meno dichiarato verso un’altra Big Tech, Facebook, che fa del tracciamento delle preferenze di traffico mobile uno dei perni della propria offerta pubblicitaria agli inserzionisti.

È stato ed è, di riflesso, una gigantesca sfida per i professionisti, chiamati a ripensare in tempi brevi strategie e tattiche di digital marketing che garantiscano la continuità di tutti i business per i quali i social di Meta sono posizionamenti imprescindibili.

Ne ho parlato con Emanuele Maragno, strategist tra i più attivi e autorevoli nei gruppi di settore Facebook, e che negli ultimi tre anni sulla piattaforma pubblicitaria di Mark Zuckerberg ha gestito per i suoi clienti un budget di più di venticinque milioni di euro.

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99 profili da seguire per rendere utile il tempo su Twitter

Twitter è noioso, dicono in tanti: bene, qui novantanove profili per renderlo interessante e plurale. E alcuni suggerimenti per allestire un newsfeed coerente e funzionale ai propri interessi.

Twitter - consigli di Social Recap

È “noioso”, ha l’interfaccia “più statica e meno innovativa” di tutte, è il social meno visivo, quello più legato a una comunicazione tradizionale, scritta e istituzionale.

È davvero così? Twitter è destinato al declino?

Per me avere un account Twitter ha ancora senso, per almeno tre buoni motivi 

  1. È il canale social più efficace per la narrazione collettiva. Su Facebook gli hashtag non sono mai decollati. E, detta brutalmente, i live di Facebook e Instagram consumano molti più giga. Se devi seguire qualcosa in tempo reale, Twitter è una soluzione agile e competitiva.
  2. È la piattaforma piùorizzontale nella relazione”: nell’interfaccia, un tweet di reply ha lo stesso spazio visivo e di caratteri del tweet principale. Mentre su Facebook o Instagram il thread di commento resta sempre “in casa” dell’autore del post, su Twitter c’è invece maggiore contaminazione e parità di spazi.
  3. Se ben organizzato, è un social interessante per informarsi sui temi di proprio interesse, per seguire persone che abbiano qualcosa da dire e per interagire in nicchie, argomenti, hashtag specifici. Perché no, anche di puro svago.

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