Elezioni 2022: chi vince e chi perde sui Social Media

A due settimane esatte dall’apertura dei seggi, l’analisi della campagna elettorale dei principali leader politici italiani sui Social Media: le strategie e le scelte, le scommesse e le illusioni, i risultati e le speranze che emergono dai dati di Facebook, Instagram, Twitter e TikTok, grande novità di questo voto.

Qual è il ruolo dei social media in una campagna elettorale?

Quale valore attribuire all’ampiezza di un canale, alla capacità di generare interazioni e di guadagnare attenzione?

Il tema è dibattuto da ormai molti anni e non è destinato a esaurirsi. Possiamo certamente sgomberare il campo da ciò che i social media non possono essere. Non possono essere ambienti digitali in grado di restituire il polso del Paese in tempo reale e in misura credibile. Non sono piattaforme in grado di sostituire i sondaggi e il metodo scientifico che li sottende. Non sono strumenti predittivi.

Però, sono appunto ambienti densamente popolati dai cittadini italiani. Sono luoghi in cui accadono cose, si plasmano tendenze, si scambiano informazioni e opinioni, si tiene il conflitto. Pertanto, non sono affatto territori neutrali. Impostando una raccolta di dati con criteri obiettivi, possono dare segnali sull’andamento delle campagne di candidati e partiti, sull’adeguatezza dei messaggi e delle strutture multi-canale messe in campo, perfino sul cammino di preparazione svolto (o non svolto) da un leader o da un partito negli anni precedenti. Leggi tutto “Elezioni 2022: chi vince e chi perde sui Social Media”

99 profili da seguire per rendere utile il tempo su Twitter

Twitter è noioso, dicono in tanti: bene, qui novantanove profili per renderlo interessante e plurale. E alcuni suggerimenti per allestire un newsfeed coerente e funzionale ai propri interessi.

Twitter - consigli di Social Recap

È “noioso”, ha l’interfaccia “più statica e meno innovativa” di tutte, è il social meno visivo, quello più legato a una comunicazione tradizionale, scritta e istituzionale.

È davvero così? Twitter è destinato al declino?

Per me avere un account Twitter ha ancora senso, per almeno tre buoni motivi 

  1. È il canale social più efficace per la narrazione collettiva. Su Facebook gli hashtag non sono mai decollati. E, detta brutalmente, i live di Facebook e Instagram consumano molti più giga. Se devi seguire qualcosa in tempo reale, Twitter è una soluzione agile e competitiva.
  2. È la piattaforma piùorizzontale nella relazione”: nell’interfaccia, un tweet di reply ha lo stesso spazio visivo e di caratteri del tweet principale. Mentre su Facebook o Instagram il thread di commento resta sempre “in casa” dell’autore del post, su Twitter c’è invece maggiore contaminazione e parità di spazi.
  3. Se ben organizzato, è un social interessante per informarsi sui temi di proprio interesse, per seguire persone che abbiano qualcosa da dire e per interagire in nicchie, argomenti, hashtag specifici. Perché no, anche di puro svago.

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I Social e Trump: il deplatforming non cancella la polarizzazione

Gli account social di Donald J. Trump sono stati silenziati, ma il trumpismo è più che vivo mai e si riflette nella capacità di coinvolgimento delle pagine Facebook che sostengono il presidente uscente degli Stati Uniti.

Trump deplatforming polarizzazione

Sui social media la libertà di espressione deve avere un limite?

L’esigenza delle piattaforme di promuovere una “conversazione sana” può prevalere sull’interesse pubblico a conoscere l’opinione di un uomo politico?

Queste domande esistono da tempo. Hanno generato e continueranno a generare un dibattito acceso quanto infinito, caleidoscopico per punti di vista possibili e conclusioni.

L’irruzione violenta di Capitol Hill avvenuta lo scorso 6 gennaio sembra però aver prodotto un punto di svolta irreversibile. Sappiamo ora che le piattaforme sono pronte ad assumere decisioni estreme.

Tuttavia, anche alla vigilia dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, tutte le domande restano aperte. Non soltanto quelle sulla legittimità e sull’opportunità della sanzione verso gli account social di Donald J. Trump, ma anche sull’efficacia in sé della decisione assunta.

Trump e la sua attività social rappresentano plasticamente l’esistenza di una forte polarizzazione nella società statunitense. È questa diminuita, su Facebook, dopo la sospensione della pagina di Trump? Stando ad alcuni dati, sembrerebbe di no.

Trump è scomparso, ma il trumpismo è ancora sulla piattaforma, più vivo che mai per utenti, interazioni e relazioni.

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