99 profili da seguire per rendere utile il tempo su Twitter

Twitter è noioso, dicono in tanti: bene, qui novantanove profili per renderlo interessante e plurale. E alcuni suggerimenti per allestire un newsfeed coerente e funzionale ai propri interessi.

Twitter - consigli di Social Recap

È “noioso”, ha l’interfaccia “più statica e meno innovativa” di tutte, è il social meno visivo, quello più legato a una comunicazione tradizionale, scritta e istituzionale.

È davvero così? Twitter è destinato al declino?

Per me avere un account Twitter ha ancora senso, per almeno tre buoni motivi 

  1. È il canale social più efficace per la narrazione collettiva. Su Facebook gli hashtag non sono mai decollati. E, detta brutalmente, i live di Facebook e Instagram consumano molti più giga. Se devi seguire qualcosa in tempo reale, Twitter è una soluzione agile e competitiva.
  2. È la piattaforma piùorizzontale nella relazione”: nell’interfaccia, un tweet di reply ha lo stesso spazio visivo e di caratteri del tweet principale. Mentre su Facebook o Instagram il thread di commento resta sempre “in casa” dell’autore del post, su Twitter c’è invece maggiore contaminazione e parità di spazi.
  3. Se ben organizzato, è un social interessante per informarsi sui temi di proprio interesse, per seguire persone che abbiano qualcosa da dire e per interagire in nicchie, argomenti, hashtag specifici. Perché no, anche di puro svago.

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Tik Tok, i brand alla prova della Generazione Z

INTERVISTA | La crescita esponenziale di Tik Tok, la cultura digitale della Generazione Z, i rischi e le opportunità per i brand: ne parliamo con Federico Rognoni, social media manager specializzato su questa piattaforma.

Intervista a Federico Rognoni

Il rapporto Social Media Trends 2020, pubblicato come ogni anno da Hootsuite, lo dice chiaramente. “Tik Tok ha messo al volante la Generazione Z”, quella dei nati dal 1997 in poi, per intenderci. Adesso sta ai brand decidere se allacciare le cinture. Se il loro target è in quella fascia d’età, questa nuova piattaforma video può rappresentare una grande opportunità di visibilità, e in parte già anche di contatto.

Ma Tik Tok non è solo questo. Le clip, i live, la partecipazione alle challenge, l’età media giovanissima degli utenti, ci raccontano anche di un’applicazione ad alto tasso di accesso quotidiano e in cui la percentuale di creatori di contenuto è elevata.

Ne ho parlato con Federico Rognoni, classe 2000, studente di Economia, social media manager specializzato su Tik Tok, in un’intervista che fa il punto su ciò che le aziende interessate devono fare e mette a confronto l’approccio alla dimensione digitale di due generazioni diverse.

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Tre provocazioni sulle social analytics da Rock’n Blog di Skande

Cos’è veramente l’engagement, quanto contano i numeri, a cosa servono i contenuti: tre provocazioni di Social Media Analytics da Rock’n Blog di Riccardo Scandellari

 

L’engagement sui social significa contare i “mi piace”?

Essere un influencer vuol dire avere tanti follower?

E quanti ne servono, per definirsi tale?

L’avvento dei social nel panorama mediatico ha imposto domande come queste, in tanti luoghi. Nel marketing, nel business, nel giornalismo, ultimamente anche nella politica. E perfino nella quotidianità stessa di tante persone che nel web 2.0 hanno visto un’opportunità di rilancio professionale.

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